Diario di un viaggio in moto in Marocco, nell'agosto del 2008...

Fes la città imperiale

Due giorni a Fes per riposarsi e visitare la medina con 2 ragazzi del posto che ci faranno da guida

5 agosto: Avevo letto che Fes è la città più antica delle città imperiali del Marocco, centro della cultura e dell’artigianato. Vista da fuori sembra una città con poca gente, ma una volta entrati nella Medina trovi un altro mondo.
All’arrivo in città veniamo avvicinati da una persona a bordo di un motorino. A breve questo diventerà la nostra guida, ovviamente abusiva, ma noi non stiamo troppo a sottilizzare. Decidiamo che ci sta bene servirci di una guida e da quel momento ci faremo accompagnare nella visita della Medina senza preoccuparci troppo.
L’impatto con la Medina è forte. Odori, immondizia, animali, spezie e quanto altro ti fanno da contorno ed abituarsi non è così immediato. Ma noi abbiamo le nostre guide, dico nostre perché il nostro amico ha un aiutante. Ovviamente senza il loro aiuto diventa impossibile vedere certe cose, ma soprattutto sarebbe impossibile poter camminare senza essere in continuazione tirato dentro in un negozio piuttosto che in un altro.
Arriva sera e siccome è il compleanno di una di noi, ceniamo in un bellissimo ristorante all’interno di un Riad. Cena ottima, sicuramente il miglior cous cous di tutto il viaggio, in più veniamo coinvolti in uno spettacolo all’interno del ristorante. Usciti da quest’ultimo scopriamo che la notte all’interno della Medina è inaspettatamente viva. Gente seduta a respirare un po’ d’aria fresca, amici che s’incontrano, donne che chiacchierano tra di loro bambini che giocano. Sembrano tutti tranquilli e felici con la loro vita così difficile e imprevedibile. In questa città ho capito che qualsiasi di loro, piccolo o grande che sia, fa quello che può per portare a casa il necessario per mangiare.
Ritorniamo al nostro albergo fuori dalla Medina dove ci aspetta un meritato riposo.

6 agosto: Oggi la giornata è dedicata alla visita di Fes, le nostre guide ci attendono e la giornata inizia con un tour della città che tocca le parti più rappresentative della città al di fuori delle mura della Medina.
Entrare nella Medina al mattino è diverso, ti accorgi di quanto queste costruzioni e questi stretti vicoli proteggano la gente dal caldo opprimente. Camminando tra le vie affollate hai la strana sensazione di far parte anche tu di quel mondo. Visitiamo di tutto, dai laboratori artigianali di prodotti come piatti e teiere, ai produttori di tappeti, forni del pane, dolci eccetera. Oltre ovviamente ai venditori ambulanti di ogni genere, dal pollame e spezie sino a dentiere e camaleonti.
Visitiamo un laboratorio dove lavorano la terracotta per farne vasellame e mosaici. Le persone impegnate in questi lavori sono tutti giovani e molto abili. Dei veri artisti. Guardando i prodotti finiti fatti da questi giovani si ha la sensazione che in ogni oggetto ci mettano qualcosa della loro anima.

Visitiamo un forno per la panificazione. La cosa strana è che qui la gente si fa l’impasto del pane a casa propria e poi va in questi posti a farselo cucinare. In questo modo ognuno mangia il proprio prodotto come se l’è fatto. Probabilmente era così anche da noi ai tempi della guerra.
Camminando per i vicoli ci fermiamo davanti ad una porticina dove veniamo invitati ad entrare. All’interno del piccolo locale c’è un asilo con una decina di bimbi e la propria maestra intenti a cantare. E’ stato bellissimo vedere l’allegria e la dolcezza di questi bimbi.
Lasciamo l’asilo e poco dopo entriamo in una cooperativa dove si lavora il rame. Qui troviamo donne e bambini che lavorano in condizioni durissime a causa delle polveri di lavorazione che respirano. Meglio uscire in fretta e sperare che a quei poveracci non capiti niente. Per fortuna che sulle porte di casa hanno dei simboli che allontanano il malocchio, speriamo funzionino…..
Via da qui vediamo una cooperativa di sole donne che vende i propri tappeti e laboratori dove ci sono ragazzini impegnati nella lavorazione del legno e nell’apprendimento del mestiere per il loro futuro.
Mentre ci incamminiamo verso le concerie, ogni tanto senti qualcuno che grida di spostarsi. E’ in arrivo il taxi della Medina stracarico. Si tratta di un povero asinello che passa le sue giornate portando merce da un capo all’altro della Medina. Questi poveri animali vengono spremuti per tutti i loro anni fino al momento di passare a miglior vita.

Arriviamo alle concerie e saliamo al piano rialzato di un negozio di pelli che ci dà la possibilità di vedere lo scenario dall’alto. L’immagine che appare è impressionante. Uomini che lavorano immersi nel colore sino alle ginocchia. Hanno le gambe ed il corpo colorato dello stesso colore che stanno trasferendo al pellame. C’è da chiedersi se il continuo contatto con il colore non sia dannoso alla pelle dello sfortunato lavoratore. Il tipo del negozio ci giura che usando colori naturali non succede niente e dice che lui stesso ha lavorato nelle vasche dei colori per diversi anni. Ci fa vedere le gambe e sembrano normali. Mah!
Qui la puzza si fa sentire, ma grazie ad un ramoscello di meta che ci viene dato da mettere sotto il naso si riesce a sopportare la cosa.
Dopo tanto girare torniamo al nostro albergo e ci godiamo qualche ora di piscina. La piscina alle 17 si svuota di colpo perché il Muezzin chiama alla preghiera e da quel momento è praticamente solo nostra. Ne approfitteremo anche dopo cena dove terminiamo il nostro soggiorno a Fes con un rinfrescante bagno notturno.

Link di interesse:
Hotel Menzeh Zalagh
10 Rue Mohammed Diouri. Note: servizio "approssimativo", albergo pulito, piscina enorme con Dj locale, aperta anche la sera. Wi-Fi bordo piscina!


<- Chefchaouen, Rif | Valle dello Ziz ->