Diario di un viaggio in moto in Marocco, nell'agosto del 2008...

Viaggio da Malaga ad Algeciras, Ceuta e Chefchaouen

Da Malaga in Spagna fino alla prima tappa marocchina, la tranquilla Chefchaouen. Passando da Algeciras e Ceuta

4 agosto: Da Malaga ad Algeciras la distanza è poca e così poco dopo siamo a bordo del traghetto che in un’ora viaggiando sulle onde dello stretto di Gibilterra ci porterà al porto di Ceuta da dove incomincerà la nostra avventura marocchina. Anche se ancora su territorio spagnolo, a Ceuta si incomincia a vedere qualche persona vestita in modo diverso da noi europei, inizia così il contatto con il mondo mussulmano. Appena fuori Ceuta c’è la dogana marocchina. Compilati i moduli necessari e controllati i documenti dopo un’oretta entriamo finalmente in Marocco. La zona della dogana come sempre è un mondo a parte ed anche qui guardandoti intorno vedi gente che va e che viene, gente che urla, insomma c’è un gran casino e fa molto caldo.
Alzando gli occhi sulla collina sovrastante c’è un sacco di gente disperata assiepata alla recinzione con il filo spinato che sembra aspettare il momento buono per passare clandestinamente il sospirato confine. Avrei voluto fare delle foto a testimonianza della disperazione vista ma qui è vietato, ad ogni modo da qualsiasi lato la guardi, ti viene da pensare a quanto si è stati fortunati a nascere in Italia... e lo dico io che sono nata in Romania.

Dopo aver passato la dogana proseguiamo sulla nostra strada in direzione Chefchaouen.
La strada è piena di poliziotti, bandiere e fotografie del Re. Passiamo da Tetuan, cittadina sulla costa mediterranea che ci appare molto pulita ed in ordine. Scopriremo poco dopo che vi è un palazzo reale, motivo della presenza così imponente di poliziotti ad ogni angolo.
Usciamo da Tetuan e puntiamo verso Chefchaouen lungo la strada più scivolosa che abbia mai visto. Sembra di guidare sul sapone ma per fortuna ne usciamo senza problemi.

Vediamo gente lungo la strada ma soprattutto persone che lavorano i campi o a dorso d’asino e sono tutti donne e bambini. Gente che ti saluta e ti guarda curiosa. Uomini e bambini salutano volentieri mentre le donne cercano di non mostrarsi in volto. Dalla moto spesso riesci a “rubare” qualche fotografia a donne intente a portare enormi pesi sulle spalle o che guidano l’asino che poveraccio incarna la classica frase “carico come un mulo”!

Momenti della loro vita quotidiana e ti sembra che il mondo qui, si sia fermato da tempo.
Ogni volta che ci fermiamo in un piccolo bar lungo i villaggi che attraversiamo, la gente ci guarda curiosa e scopri che sono tutti molto gentili, puliti, anche se sfortunati per il solo fatto di essere nati in un paese guidato da persone lontane anni luce dalla reale povertà in cui riversa la gente comune.
Durante il giorno troviamo sempre uomini che si riparano nei bar. Viene da chiedersi come facciano a vivere senza lavorare. La risposta non tarda ad arrivare. Il Marocco è un paese dove con certezza quelli che lavorano di più sono le donne.

Link di interesse:
Hotel Atlas Chaouen
Rue Sidi Abdelhamid, BP 13 Chefchaouen. Note: servizio discreto, piscina, vista sul paese.


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